Poesie
di Lorenza Miretti
Era uno sconosciuto
che parlava piano piano.
Mi disse di non avere paura
e si buttò nel vuoto.
Non lo vidi più e non potei far più nulla...
Era tutto il mio coraggio.
Leggo ogni battaglia nelle pieghe del tuo viso
ogni segno racconta la sua storia.
Cumuli di cose, dette o taciute,
che importa conosciute.
Vedi quella ruga, là sulla fronte,
quando aggrotti le ciglia, si fa più profonda,
quella sono io, lo so
e poco più in là, ad ovest del tuo naso,
quel solco profondo che scende verso sud,
quella è mia sorella, lo sa
e poi quelle ferite agli angoli degli occhi,
ricordano papà.
Quante cose leggo nella mappa del tuo viso.
Mi accuso, ma poi mi assolvo,
mi vergogno. Poi, in un attimo,
vorrei parlarti quasi una vita, ma,
poi, mi vedo là sulla fronte
e taccio.
Seguo la linea sinuosa dell' ellissi
di colori daltonici
insensibili al tatto
privati dell'olfatto,
bruciato dagli smog senza piombo.
Sono...senza senso.
Ho implorato
ma dieci minuti sono troppi,
per un pensiero,
ed una sola vita è troppa
per un solo futuro
da dividere fra tutti.
Ti ho cucito un abito
fatto del filo dei miei pensieri
e l'ho fatto su misura
- quella che credevo la tua,
ma era la mia -
e l'ho tessuto a trame larghe
per lasciar passare il vento
e non dimenticare mai
che nulla è impermeabile al mondo.
Toccami le mani,
gli occhi e la bocca
che solo se mi stringi il cuore
saprò che non sei vero.