L'ORTO

la Storia

 

 

Nel lontano 1931 alcuni artisti di belle speranze e di non illusorie vocazioni, i fratelli Giorgio e Otello Vecchietti, Nino Corazza, Giuseppe Marchiori, Giannino Marescalchi e Gianni Poggeschi, diedero vita a Bologna a l'Orto, una rivista bimestrale di "letteratura e arte" che ebbe un crescente successo e durò a lungo, attraversando l'intero arco degli anni '30 fino alle soglie della seconda guerra mondiale.

Quella rivista, essenziale e sobria, già nel titolo indicava il programma. Coltivare e favorire, nel solco della tradizione, la crescita di prodotti letterari e artistici non sofisticati, terragni e solidi; i frutti dell'orto e non solo dell'orto di casa. Colpisce infatti, scorrendo gli indici, la collaborazione assidua di numerosi autori che oggi ritroviamo nelle storie della letteratura e dell'arte italiane.

Qualche nome: Carlo Bo, Piero Bigongiari, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Umberto Saba, Giuseppe Dessì, Luigi Bartolini, Silvio Guarnieri, Giacomo Manzù, Carlo Betocchi, Renato Poggioli, Renato Birolli, Corrado Cagli, Mirko, Piero Bargellini, Giovanni Comisso. E non mancavano altri stranieri, da Langston Hughes a Serghej Esenin, da Arcibald Mac Leish a Jaacques Rivière - scittori certo non allineati con le direttive del regime fascista in materia di stampa.

Si tratta dunque di una rivista storica. E anche per provare questa emozione, il brivido della storia, abbiamo accolto il desiderio dell' editore Silvio Vecchietti (figlio di Otello, uno dei fondatori, noto poi come l'autore di teatro massimo Dursi) di pubblicare una nuova serie dell'orto.