EROS DRUSIANI

IL TEATRINO NEL SALOTTINO

VIAGGIO DI SOLA ANDATA

 

Personaggi:

O: Omero

L: Leila, sua moglie

R: Rossana

T: Tonino

La scena rappresenta un vagone ferroviario. Omero e Leila entrano in scena. Lei è vestita di nero lui di bianco con una vistosa cravatta.

Omero: (Sbuffando) Questo viaggio non finisce mai…

Leila: Ma se dobbiamo ancora partire. Certo che se cominci così

Omero: E il treno è in ritardo

Leila: Non è vero.

Omero: (lasciando cadere la valigia e guardando l'orologio) E' in ritardo. Di 38 secondi…39, 40, 41

Leila: Hai intenzione di andare avanti ancora per molto?

Omero: Allora ammettilo: il treno è in ritardo

Leila: Ascolta Omero. Lo so che non volevi venire. Ma ora sei qui! E allora lascia a casa tutti i malumori, tutte le prevenzioni e cerca di essere positivo. Senza contare che viste le circostanze potresti anche essere più gentile e comprensivo nei miei confronti.

Omero: Porca miseria…ho lasciato le finestre aperte.

Leila: (Entrando in uno scompartimento vuoto) Le ho chiuse io, dai sistema la valigia.

Omero: (tergiversa con la valigia) No! Devo tornare a casa. Ho dimenticato… porca miseria: il gas acceso

Leila: L' ho spento io. Ma non ti rendi conto che sono tentativi puerili e stupidi. Ti sembra di essere simpatico?

Omero: Io non voglio e non posso essere simpatico. Ti farò impazzire per tutto il viaggio. E per tutta la permanenza da tua madre. Io tua madre non la voglio vedere!

Leila: Mia madre è morta! E' morta! Stiamo andando al suo funerale!

Omero: Non la voglio vedere nemmeno da morta.

Leila: Basta! Basta o divento pazza. Già vestirsi in quel modo… un vestito bianco con una cravatta rossa a pallini: ti sembra un abbigliamento adatto per un funerale? Sembri un clown.

Omero: E' per distinguermi dai tuoi parenti. E poi cosa c'è che non va nel mio abbigliamento. Esprime i miei sentimenti.

Leila: Sei contento che mia madre sia morta?

Omero: Devo fingere di essere dispiaciuto? Dovevo vestirmi di nero come un corvo? Ce ne saranno già abbastanza di corvi al funerale…io sono una colomba

Leila: Certo che quando vuoi sai essere proprio cinico

Omero: Pensa che c'è gente che lo è senza nemmeno volerlo, così di natura.

Leila: Ti riferisci a me?

Omero: No, a tua madre.

Leila: Ma vuoi lasciarla in pace. E' morta! Nemmeno la morte ti rende più tollerante nei suoi confronti?

Omero: Quella è capace di risorgere

Leila: Omero, te lo chiedo per favore, mi metto in ginocchio se vuoi ma non tormentarmi. Stammi vicino…aiutami. Per quanto mia madre ti fosse antipatica adesso non c'è più…se non provi dispiacere lasciati vincere almeno dalla pietà. E poi lo sai cosa mi aspetta…le discussioni con mia sorella e con i miei cugini…

Omero: (sistemando la valigia) Altro che corvi, quelli sono avvoltoi

Leila: Si, si, come vuoi tu ma non mi dire più cattiverie… d'accordo?

Omero: Uhm

Leila: Allora?

Omero: Uhm

Leila: Omero?

Omero: Uhm

Leila: Adesso cosa fai: lo sciopero del silenzio?

Omero: Uhm

Leila: (Sprofondando a sedere) Mi viene da piangere… perché fai così? Mi vuoi davvero così male?

Omero: Uhm

Leila: Parla!

Omero: Se parlo ti viene da piangere, se sto zitto ti viene da piangere, cosa ti fa piangere meno?

Leila: Parla, parla di quello che vuoi. Solo ti prego: evita la mia famiglia e mia madre.

Omero: Va bene… il treno è in ritardo. Di cinque minuti e 23 secondi…24, 25, 26

Leila: (stremata) Sta partendo

Omero: Un ritardo di cinque minuti e 27 secondi.

Leila: Vedrai che li recupera

Omero: Sei diventata un'indovina? E se con questo ritardo perdiamo le coincidenze e durante la corsa ci fermano per far passare gli altri treni in orario…

Leila: Ma cosa stai dicendo? Cinque minuti…stai parlando di un ritardo di cinque minuti come se fosse una disgrazia planetaria.

Omero: Sai quanto ha impiegato la bomba a distruggere Hiroshima? Meno. Sai quanti secondi, non minuti, secondi, ci vogliono per saltare per aria se lì sotto ci fosse una bomba? (indica il sedile su cui è seduta la moglie).

Leila: Qui sotto eh?

Omero: Qui, lì là è uguale. E se il timer fosse programmato per scoppiare in stazione. Se si arrivasse in orario potremmo scamparla. Con questo ritardo invece…puff finito Omero, finita Leila, finito tutto. E chi ci trovo ad aspettarmi all'aldilà? Tua madre!

Leila: Basta! In questo momento non so se preferirei scoppiare per una bomba o per te. L'unica cosa sicura è che fra un po' scoppio. Vado in bagno! (esce)

Omero rimasto solo si guarda attorno poi si china e controlla sotto i sedili. E' a terra quando entra Rossana, una ragazza, con un borsone da viaggio.

Rossana: Buongiorno

Omero: (si volta ancora a terra) Eh? Ah, buongiorno

Rossana: Ha perso qualcosa?

Omero: (Rialzandosi) No

Rossana: Ah…

Omero: Guardavo se …

Rossana: Aveva paura che ci fosse una bomba?

Omero: Una bomba? Ma figuriamoci…una bomba…

Leila: (Parlando fuori scena) Allora l' hai trovata la bomba?

Omero si siede senza rispondere, imbarazzato. La ragazza sistema la valigia e si siede a sua volta

Leila: Spero che… (Entrando e notando la nuova passeggera) buongiorno.

Rossana: Buongiorno…

I tre sono seduti. Nessuno parla. Omero guarda il panorama e controlla l'orologio. Rossana apre una rivista e Leila fissa il vuoto. Nel silenzio si sente il rumore del treno. Poi tutto e buio. Il treno è sotto una galleria. Quando ritorna la luce Rossana non c'è.

Omero: Dov'è andata?

Leila: (Come risvegliandosi) chi?

Omero: La ragazza… quella che era seduta lì.

Leila: Sarà andata in bagno…

Omero: Ha lasciato la borsa

Leila: Tu di solito vai in bagno con i bagagli?

Omero: Chi ti dice che è andata in bagno? E se nella borsa ci fosse una bomba?

Leila: Stai scherzando?

Omero: Per niente

Leila: Dai, non essere paranoico. Chi sarebbe così stupido da lasciare una bomba sullo stesso treno su cui sta viaggiando.

Omero: A parte il fatto che se è andata in coda l'esplosione non la ucciderebbe ma quanta gente è disposta a morire per seguire un'idea. Forse quella tipa appartiene a una setta.

Leila: Si, la setta dei deboli di reni. E' andata in bagno!

Omero: Noi cerchiamo sempre di spiegare tutto con la ragione, banalizziamo tutto. Una scrollata di spalle Un "Figuriamoci…" e via. Che ne dici allora di quelli che si suicidano in massa seguendo le farneticazioni di un santone? E di quelli che guidano un'auto carica di tritolo? Sanno di andare incontro a morte certa eppure ci vanno. E i dirottatori imbottiti di esplosivo? Per non parlare dei kamikaze.

Leila: La ragazza non mi sembrava giapponese. E poi aveva la faccia di una persona per bene.

Omero: Perché che faccia hanno quelli che mettono le bombe? Gli assassini hanno un padre, una madre come tutti e sembrano persone per bene. La fisiognomica non è una scienza a dispetto di quello che pensavano Lavater e Lombroso . Gli assassini sono uguali agli assassinati. Te lo ricordi quel russo che uccideva e mangiava le sue vittime? Aveva una faccia d'angelo. E quel serial killer in America che ne ha fatti fuori 53? Il sogno di tutte le madri che avevano una figlia in età da marito. E quel medico inglese…così rassicurante… duecentocinquanta ne ha fatti fuori.

Leila: Smettila Omero. Sai che mi fanno paura certi discorsi.

Omero: Perché se ne è andata mentre eravamo sotto la galleria?

Leila: Se le scappava in quel momento…

Omero: No, qui c'è sotto qualcosa. Io guardo cosa c'è dentro la sua valigia.

Leila: Sei pazzo? Frugare nel bagaglio di una sconosciuta? E se rientra che figura ci facciamo? Ci prenderebbe per due ladri. Se capitasse a noi? Sorprendere uno che fruga nei nostri bagagli, come ci rimarresti?

Omero: E se lì dentro c'è una bomba sai come rimaniamo? Il pezzo più grande così (mima una misura allargando il pollice e indice)

Leila: Se volevi mettermi paura ci sei riuscito. Invece di aiutarmi oggi fai di tutto per agitarmi. E perché? Perché non volevi venire al funerale di mia madre.

Omero: E' vero che non volevo partecipare al funerale di tua madre ma vorrei ancor meno che i tuoi parenti venissero al nostro. Vai alla porta. Se la vedi arrivare mi avvisi e io rimetto tutto a posto.

Leila: No!

Omero: Come vuoi, tanto io guardo lo stesso.

Omero si alza, sale coi piedi sul sedile e studia la borsa sulla reticella. Avvicina un orecchio per sentire se ci sono ticchettii. Leila a sua volta si alza e si mette di guardia.

Leila: Sei proprio testardo; sei un paranoico, maleducato e cocciuto. Ti aiuto solo perché mi vergognerei troppo se rientrasse quella ragazza.

Omero: Si , adesso apro… e vediamo. Non si sentono ticchettii almeno.

Leila: Muoviti, invece di parlare.

Omero: Ecco ho aperto… ci sono dei vestiti…

Leila: Sai che novità! Forse sono stoffe esplosive

Omero: Poi c'è un sacchetto…adesso guardo dentro…

Leila: Fai presto, per l'amor di Dio…

Omero: (Spaventato) Leila!!!

Leila: Cosa c'è… ah (rientra) sta tornando!

Omero: Leila…lì dentro c'è… c'è…

Leila: Chiudi…è qui! (Si lancia al suo posto)

Omero chiude in tutta fretta la borsa e si rimette a sedere appena in tempo. La ragazza con un sorriso rientra e torna a sedere. Omero è agitatissimo.

Omero: Ci sono altre gallerie fra poco…le dispiace se accendo la luce? E poi anche se le dispiace, la luce l'accendo lo stesso! Avrò pur diritto di accendere la luce! Ho pagato il biglietto e ho diritto, per Dio se ce l' ho il diritto!

Leila: Ma Omero cosa dici?

Rossana: L'accenda pure…anch'io preferisco, vorrei leggere.

Omero: (Alzandosi ed andando verso l'interruttore) Ah, volevo ben dire che non si potesse accendere la luce. E non importa che tenga quel tono dimesso…la luce resta accesa perché deve restare accesa! Punto e basta!

Leila: Perché fai così?

Omero: Lo so io il perché!

Rossana, stupita, riprende a leggere. Omero torna a sedere e non la perde di vista un istante. Leila è imbarazzata. Dopo alcuni sguardi Rossana depone la rivista.

Rossana: Perché mi fissa così?

Omero: Io non la fisso

Rossana: Lei mi sta fissando

Leila: Omero vuoi spiegarmi questo tuo comportamento assurdo e villano?

Il treno entra in un'altra galleria ma stavolta nello scompartimento c'è la luce.

Omero: Vengano pure le gallerie adesso….e lei non si muova!

Rossana: E' sicuro di sentirsi bene?

Leila: Omero!

Omero: Omero un bel niente! Oh, insomma…siamo in due contro una…

Leila: Ma cosa stai dicendo.

Improvvisamente Omero si lancia contro la ragazza, la solleva di peso e la stringe alle spalle.

Omero: Leila, frugala e vedi se è armata!

Rossana: Ma cosa fa? E' impazzito? Aiuto!

Leila: Omero!!!

Omero: Grida pure… così arriva il capotreno e chiamiamo la polizia. Leila, perquisiscila!

Leila: Scusi signorina, mia marito è agitato…non credevo fino a questo punto ma…

Omero: Leila, perquisiscila! Non sai cosa sta portando questa santerellina nella borsa!

Rossana: Lei ha frugato nella mia borsa?

Omero: Si… e ho visto tutto … stai ferma! Leila allora?

Leila, seppur recalcitrante provvede a una sommaria perquisizione

Leila: Non ha niente

Rossana: So che può sembrare strano, ma posso spiegarle tutto. In ogni caso lei non ha il diritto di tenermi così!

Leila: Ma cosa c'è nella borsa?

Omero: Chiedilo a lei che bel trofeo si porta in giro

Rossana: Se mi lascia andare le spiego tutto.

Omero: Ti lascio andare? Io ti consegno alla polizia, assassina!

Leila: Ma cosa c'è in quella borsa di così spaventoso?

Rossana: C'è la testa del mio fidanzato

Leila: Cosa?

Omero: Si, una bella testolina in un sacchetto di plastica.

Rossana: Capisco il vostro stupore ma posso spiegarvi tutto. Anzi, se mi lascia prendere la borsa ve lo spiega il mio fidanzato.

(Omero, seppur titubante allenta la presa e permette a Leila di prendere la borsa)

Leila: Chi?

Omero: Ma cosa pensi di fare? Attenta che non ti perdo di vista un momento, non cercare di fare la furba altrimenti…

(Leila ha depositato un sacchetto sul sedile poi toglie il sacchetto e da sotto sbuca una faccia giovanile)

Tonino: Buon giorno…

(I tre sono attorno alla testa)

Leila: Ma …parla

Omero: Cos'è? Una diavoleria elettronica?

Leila: E un gioco?

Rossana: Questo è Tonino, il mio ragazzo.

Leila: Lei è Tonino?

Tonino: In persona

Omero: In persona mi sembra esagerato…

Tonino: Dovevo dire in testa? Eri più contento deficiente. Dio che male che mi fa…

Omero: Cosa le fa male?

Tonino: Secondo te cosa mi fa male?

Omero: La testa?

Tonino: Ma che intuizione geniale! Che spiritosi i tuoi amici

Rossana: Non sono miei amici. Li ho incontrati sul treno. Pensa: credevano che ti avessi ucciso.

Tonino: Ah, ah, ah… ridicolo

Omero: C'è poco da ridere… una testa in un sacchetto… lei cosa avrebbe pensato?

Leila: Scusi…è stato mio marito ad averlo pensato… oggi è particolarmente teso.

Omero: Io non sono teso! Il fatto è che non è normale essere una testa…. e basta.

Tonino: Perché tu hai una zucca vuota ecco perché. Dio che male… mi scoppia

Omero: Avrò una zucca vuota come dice lei ma ho anche tutto il resto

Tonino: Bella roba, mamma che bestia

Omero: O insomma, potrebbe calmarsi un po’ ? E visto che parla mi vuole dire cosa le è successo?

Rossana: Ah, niente di più banale… stava provando una ghigliottina e improvvisamente la lama è partita.

Omero: Proprio una cosa banale, Chi non ha una ghigliottina in casa e non la prova quotidianamente

Tonino: Bestia, eravamo andati a visitare una mostra sulla rivoluzione francese, al centro di una sala c'era un bell'esemplare di ghigliottina perfettamente funzionante, almeno così recitava la didascalia. Io ho detto: si inceppavano due secoli fa figuriamoci oggi. Ho messo la testa sotto la lama e …

Rossana: E zac! Qualcuno ha azionato la macchina. Tutti si sono messi a urlare. Ero spaventatissima così ho raccolto la testa nel cesto e sono fuggita

Omero: E sarei io la bestia, la zucca vuota? Mettere la testa sotto una ghigliottina?…

Leila: (parlando sottovoce) Ma come mai…lui (indicando la testa) non è morto?

Tonino: Guarda baggiana che ci sento perfettamente. Non sono morto perché non era la mia ora! E poi, per cortesia. Possiamo spegnere quella luce. Ho la testa che mi scoppia

Leila: (Spegnendo la luce) Non volevo offendere nessuno ma ammetterà che è curioso

Omero: Io pensavo che non si potesse vivere solo con la testa

Tonino: Da come ragioni lo credo che ti risulti strano, maccherone.

Leila: Ma questo è un incubo. Stiamo parlando con una testa.

Tonino: Avreste preferito parlare con un culo?

Omero: Una testa pure volgare! Moderi il linguaggio oppure…

Tonino: Oppure cosa stupido intormentito? Dio che dolore

Leila: Oppure cosa? Ecco cosa! (Gli molla uno schiaffone) Anche se sei solo una testa te la insegno io l'educazione

Tonino: Ah, brutto ciompo, se avessi ancora i miei pugni! Che male, sto scoppiando!

Rossana: Lei è un vigliacco. Prima se la prende con me e poi con una povera testolina (rivolta a Tonino) Ti ha fatto male? Aspetta che ti pettino…(estrae un pettine e comincia a pettinarlo)

Tonino: Non mi pettinare, idiota!

Leila: Vergognati Omero, picchiare uno che non si può difendere

Omero: E' stato lui a cominciare

Rossana: Povero caro

Tonino: Povero un accidente. Ah, che dolore. Smettila con quel forcone scervellata!

Omero: (imbarazzato) Non è stato uno schiaffo forte…

Tonino: No, era forte forte!

Omero: Via era un buffetto

Tonino: Mettimi via deficiente, non voglio più vedere questa coppia di somari. E nemmeno te! Ho la testa che mi scoppia!

Rossana: Lei è uno psicopatico. Prima si mette a cercare delle bombe sotto il sedile, poi mi fruga nella borsa e adesso addirittura picchia una povera testolina innocente (ripone la testa nel sacchetto e il sacchetto nella borsa)

Leila: Lo scusi signorina…Omero, chiedi scusa!

Omero: E va bene, mi scusi… e chiedo scusa anche alla testa… anche se uno così nervoso io non l'avevo mai visto

Leila: Perdoni l'invadenza signorina ma posso farle una domanda? Cosa pensa di fare con… il suo fidanzato?

Rossana: (veramente disperata e parlando piano) Non lo so… da quando è solo testa è così irascibile. Non ce la faccio più

Il treno imbocca una galleria e lo scompartimento piomba nel buio. Quando ritorna la luce Rossana è sparita.

Omero: Se ne è andata

Leila: Per forza, con quello che hai combinato

Omero: Cosa ho combinato io? Ma ti rendi conto che quella gira con una testa nella borsa

Leila: Sono sconvolta… (dopo una lunga riflessione) ma non è che abbiamo sognato tutto quanto?

Omero: Abbiamo sognato lo stesso sogno? E quando ci saremmo svegliati?

Leila: Eppure una testa senza corpo non può vivere…

Tonino: Non è vero

Leila: Chi ha parlato?

Omero: Ma questa…è la voce di…

Tonino: Non è vero che una testa senza corpo muore. E' un corpo senza testa che non può vivere!

Omero: Dove sei unicefalo?

Tonino: Sono qui sotto, babbaccione. Tirami fuori…ho la testa che mi scoppia!

Omero si china e sotto il sedile trova il sacchetto e lo sistema sul sedile.

Omero: Leila, senti anche tu questo ticchettio?

Leila: (Ascoltando) Si… prima non c'era. Cosa sarà?

Omero non fa in tempo a scoprire la testa che un terribile botto fa esplodere lo scompartimento.